Prima però, vorrei fare una premessa. Ho scoperto quanto tempo ho perso navigando qua e là in mondi virtuali, in mondi dove non ci si vede, ci si sparla. Ho vissuto queste cose su me stesso. Futilità.
Ho navigato in cerca di soddisfazioni personali, in cerca di mettermi in contatto con chissà quale altra fonte di informazione. Sia ben chiaro, non ho bisogno di agenzie di amicizie nè di sorgenti di pettegolezzo. Mai.
Ho necessità di vivere momenti veri.
- Di correrci in un prato più che metterlo per sfondo sul desktop.
- Di stringerla una mano più che spedire un invito per amicizia.
- Di fare una ricerca in biblioteca più che su Google.
- Sfogliare libri, non cliccare; andare in bici (e cadere per terra) più che simularla.
Ho voglia di esplorare con la mente, con gli occhi, le orecchie, di gustare col palato, toccare con mano... magari stringere tante di mani e non i tasti.
Mi ritiro di tanto in tanto. Non abbandonerò il computer, ma lo lascerò di tanto in tanto per riempire quei momenti con gli altri. Con la natura. Col pallone nel cortile. Con la bici per la campagna. Ad inventare oggetti per la misura del vento, ad esplorare le formiche, a passeggiare per le strade con qualcuno. Incontrerò qualcuno chissà.
Le persone del mio paese non sono sparite... si sono soltanto chiuse...