Inserisco qui, un'intervista radiofonica ad Odifreddi il quale, discorrendo sull'argomento centrale degli esami di riparazione, mette in evidenza alcuni problemi che portano i ragazzi italiani a non essere "concentrati" sul loro dovere: interessante perchè io ci sono andato vicino e quando mi son promesso di fare una pausa con la "grande rete" ne ho trovato giovamento... naturalmente non tutta la tecnologia può essere esclusa per uno che svolge mansioni che rientrano nel mio campo di studi.
E' interessante anche ascoltare alcune sue proposte sul come aumentare l'interesse verso materie che risultato "ostiche" da molti delle nuove generazioni e sul metodo di insegnamento... traiamone qualche riflessione...
2 commenti:
Caro Remo,
a me, oramai lo sai per esperienza, piace vedere le cose sempre da un´angolazione poco ortodossa... vizio di sempre e si sa che il lupo cambia il pelo ma non il vizio.
La mia teoria e´ decisamente piu´ elementare. Premesso appunto che il lupo cambia il pelo e non il vizio, e che quindi gli esseri umani sono sempre esseri umani, indipendentemente dall´epoca in cui vivono, bisognerebbe ricordare a tutti coloro che urlano deficit nelle materie scientifiche che nel medioevo il non plus ultra degli studi era rappresentato dalla teologia, chi studiava teologia era un "sapiente".
Nel periodo di poco precedente e di poco successivo all´illuminismo era la filosofia la regina degli studi.
Poi intorno alla fine dell´ottocento con il positivismo e´ la scienza ad essere la padrona. Lo scienziato e´ il "sapiente". E cosi´ e´ stato fino all´avvento dell´era di internet.
Stiamo vivendo un cambiamento. La scienza sta lasciando il posto a una nuova epoca.
E cosi´ come sempre accade, ogni cambiamento porta dei conflitti. Pensiamo all´illuminismo contro il clero.
Pensiamo ai filosofi come Nietzsche, Marx e sotto molti altri aspetti Freud che criticavano aspramente la societa´ sempre piu´ incantata dai podigi della tecnica.
Pensiamo ai vari Odifreddi che denunciano oggi un calo di interesse verso le materie scientifiche.
Anzitutto penso che Odifreddi nell'intervista non denunci, ma bensì commenti un deficit che è stato messo in risalto da un ministro e dalle statistiche stesse.
Punto due: come dici te, ci sono epoche ed epoche e l'Italia segue la sua natura di eterna arretrata: in questo periodo di investimenti tecnologici noi... importiamo tecnologia... non la prodiciamo... i soliti pantofolai...
Terzo: il mio discorso era piu' incentrato su di una tecnologia che ci rende così distratti dalla realtà... i giovani (mi comprendo anche se uomo) vivono senza fare a meno del telefonino, del navigare senza conoscere il valore della massima concentrazione.
Durante le scuole superiore riuscivo a studiare anche piu' di 8 ore di fila (è una media!).
Punto quarto: Odifreddi indica anche come, secondo lui e anche secondo me, si potrebbe risolvere in parte ed anche incitare a risolvere sto problema; quindi, epoca o no... si sente veramente la mancanza di concentrazione e la concentrazione può portare a grandi obiettivi.
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